Sanità
Relazione di cura, sviluppo della rete territoriale e reale presa in carico
Un nuovo ruolo della medicina di famiglia e nuovi modelli di sviluppo delle competenze professionali degli infermieri e degli operatori socio-sanitari sono la condizione per implementare un cambio di paradigma sostenibile ed efficace per volgere il paradigma da una sanità prestazionale ad una salute relazionale.
La sanità e l’organizzazione di un sistema di tutela della salute necessitano di un approccio sistemico. Non è pensabile fare una riforma territoriale senza una nuova concezione di assistenza sanitaria specialistico-ospedaliera. Occorre ragionare a reti ospedale-territorio tramite una nuova organizzazione dei modelli di presa in carico e di gestione delle specialità cliniche.
La mia proposta politica per la nostra Regione ruota attorno ad una “sussidiarietà governata” capace di valorizzare le iniziative locali, mettendole a sistema, sotto una governance complessiva di livello sovra-territoriale e regionale.
1
Per una programmazione pubblica
Centralità del ruolo del distretto; erogare l’offerta e i servizi sanitari in ragione di valutazioni epidemografiche e di analisi storica dei volumi di attività.
2
Professionisti della salute. Da una sanità prestazionale ad una salute relazionale
Agire su programmazione organici e su figure innovative in particolare nel privato accreditato; garantire stabilità lavorativa e continuus learning; arginare l’aumento di dimissioni volontarie per burn-out anche tramite strumenti di conciliazione vita-lavoro.
3
Medicina di famiglia: ruolo centrale del sistema di cura
Nuova natura e ruolo dei medici di medicina generale, anche tramite sistemi cooperativi; la casa come primo luogo di cura.
4
Sviluppo sanità territoriale
Integrare i servizi domiciliari e residenziali territoriali; riformare l’ADI per evitare l’istituzionalizzazione; sviluppo delle farmacie dei servizi; potenziamento della salute mentale e delle cure psichiatriche territoriali, in particolare per i minori.
5
Nuove modalità di gestione della rete ospedaliera e delle alte specialità
Gestione differenziata per tipologia di paziente, per attività sanitaria, per livello di attività e di servizio; reparti prevalentemente a gestione integrata medico/infermieristica; programmazione della rete delle alte specialità e degli IRCCS in ragione del quadro epidemografico della popolazione.
6
(Con)gestione della rete di emergenza e delle liste di attesa.
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Gestione territoriale dei codici “minori” (bianchi e verdi); potenziare la rete per dimissioni protette nelle unità di offerta territoriali; aumentare la specialistica ambulatoriale.